Durante la vita di tutti i giorni, in particolare fra le pareti della propria abitazione, si interagisce in modo abituale con le prese della corrente. Basti pensare alle occasioni in cui si sfrutta l’elettricità per accendere e spegnere degli apparecchi, o per mettere in funzione un semplice caricabatterie per cellulari. Purtroppo, a causa di una vasta serie di caratteristiche chimiche e fisiche, il corpo umano risulta essere un buon conduttore, e il contatto diretto con una corrente elettrica, anche a bassa intensità, potrebbe essere fatale. Spesso indicati come “salvavita”, i sistemi che sfruttano un interruttore differenziale come dispositivo di sicurezza possono realmente evitare gravissimi infortuni.   Quando un malcapitato subisce una scossa elettrica, si può affermare a tutti gli effetti che il corpo sia entrato a far parte di un circuito. Nel caso delle correnti alternate che normalmente troviamo negli impianti residenziali, eventi di questo tipo rappresentano un rischio significativo per l’uomo; la necessità di protezione da tali pericoli ha portato i tecnici del settore all’elaborazione di un efficiente meccanismo di difesa. L’interruttore differenziale, da inserire all’interno del circuito che costituisce l’impianto elettrico di un edificio, opera attraverso la rilevazione e il confronto di due valori: le correnti elettriche in uscita dal sistema, e quelle registrate in ingresso. È risaputo, secondo le regole dettate dal fisico e matematico Gustav Robert Kirchhoff, come i valori matematicamente relativi dei due parametri appena citati debbano necessariamente corrispondere, se si considera un sistema elettrico ben funzionante. Tale equilibrio può essere interrotto da diversi episodi, incluso il contatto accidentale tra parte del circuito e un essere umano. Quando questo accade, l’interruttore differenziale apre immediatamente il circuito, evitando che la corrente continui a circolare. Tutto ciò è possibile grazie a un sistema di solenoidi e molle, applicati internamente all’interruttore.   Ogni buon elettricista è a conoscenza delle piccole variazioni di tensione a cui è soggetto un impianto elettrico domestico, spesso a causa di un insieme di inevitabili dispersioni. Per scongiurare le frequenti attivazioni indesiderate degli interruttori differenziali, dovute in gran parte a queste variazioni, nella progettazione dei sistemi di sicurezza è stato necessario stabilire delle soglie di intervento precise, al di sotto delle quali non si ha nessuno “scatto” da parte dell’interruttore differenziale. Quando il montaggio degli apparati in questione è rivolto alla sicurezza dell’uomo, la soglia di intervento deve essere inferiore o uguale a 30 milliampere, con restrizioni più severe per le cosiddette “zone a rischio aumentato”, per esempio l’interno delle stanze da bagno. Inoltre, la normativa prevede che gli interruttori differenziali debbano lavorare in coppia, talvolta con regolazioni in grado di coprire un intervallo di sensibilità più ampio, provvedimento necessario per assicurare un’efficienza maggiore. All’interno dei confini italiani, l’installazione degli interruttori differenziali è disciplinata da un gruppo specifico di documenti ufficiali: il Decreto Ministeriale 22 gennaio 2008 n° 37; il Decreto del Presidente della Repubblica 6 dicembre 1991 n° 447; la Legge 1 marzo 1968 n° 186; la Norma CEI 64-8; la Norma CEI 0-16.   I sistemi elettrici che includono gli interruttori differenziali possono essere considerati sicuri, ma è comunque necessario fare il possibile per evitare gli incidenti. I dispositivi di prevenzione attualmente disponibili sul mercato, nonostante i notevoli progressi tecnologici osservati durante gli ultimi decenni, non possono comunque proteggere da una brevissima scossa elettrica, necessaria per fare in modo che le misure di emergenza si attivino: la breve durata di tale scarica non deve essere sottovalutata, in particolare dai soggetti più esposti ai pericoli dell’elettromagnetismo, come i possessori di pacemaker. Un’attenta osservazione delle regole di sicurezza, contenute nelle istruzioni di qualsiasi elettrodomestico, è d’obbligo per limitare in modo concreto le possibilità di affrontare situazioni estremamente rischiose.